Testimonianza
tratta dalla Rivista "RISVEGLIO PENTECOSTALE" -
Anno 1947 - N° 3 - Pag. 15
di
Stanley Frodsham
Sono nato in Austria da
genitori giudei e conosco lebraico
fin dalla mia infanzia.
Mi trovo in America da sei anni. Un ricco mio zio che
abita a Seattle, Washington, mi scrisse di andare a
lavorare nella sua azienda, ed io vi andai.
Un piovoso martedì dellinverno
scorso mi trovai a passare davanti alledificio di
una missione, alla Settima Strada di quella città. Vidi
sopra una porta liscrizione Benvenuto
ed entrai per ripararmi dalla pioggia, senza sapere che
cosa facessero lì dentro.
Erano tutti in ginocchio e pregavano.
Dopo un poco intesi un uomo (il
fratello Junk, un predicatore)
che recitava il capitolo 53 di Isaia in
lingua ebraica.
Una donna stava cantando in
ebraico un inno che gli
Ebrei usano cantare il primo giorno del loro anno.
Una bambina di dodici anni, inginocchiata, recitava
il Salmo 6.
Una negra cominciò a
recitare in ebraico una
parte del capitolo 33 di Geremia.
Una donna scandinava parlò
in ebraico e,
rivolgendosi a me, mi disse che
ero perduto e mi esortò a cercare il Signore.
Tutto
questo avvenne durante la riunione di preghiera e mi
accorsi che le lacrime mi scorrevano sulle guance.
Dopo
la preghiera cominciarono a cantare il cantico «La
vecchia sorgente», che mi toccò il cuore.
Sentendo tutto quel
parlare in ebraico cominciai a domandarmi dove mi trovavo.
Vedevo che non ero in una sinagoga e che i presenti non
erano ebrei.
Poi il fratello
Junk predicò in inglese sul versetto «Il
suo sangue sia sopra noi e sopra i nostri
figliuoli».
Egli disse che
quando Gesù morì sulla croce, si fece una
grande oscurità sulla terra; che Gerusalemme fu
distrutta qualche anno dopo; che
i giudei furono dispersi per tutto il mondo e che
da allora non hanno avuto più pace. |
Dopo la predicazione, quella donna scandinava testimoniò
in ebraico e mi disse
di leggere Luca 15,
Romani 5:8
e Romani 3:26
La
bambina di dodici anni testimoniò
in ebraico e mi chiese
ripetutamente dove avrei passato leternità.
Ciò mi mise in grande
inquietudine circa la sorte dellanima mia.
Fu
fatto lappello ai peccatori e il fratello Junk
venne fino a me e, prendendomi per la mano, mi fece
pressione perché andassi avanti ed accettassi la
salvezza.
Chiesi al fratello Junk se era ebreo, al che egli
rispose: «Sono tedesco».
Gli
chiesi se aveva studiato lebraico, ed egli
replicò: «No»
«Come
va, dunque, che lo sapete parlare?»
«Ho parlato in ebraico?»
«Si»,
gli risposi, «e in ebraico tale che
al mio paese solo le persone che nascono e
crescono tra gli ebrei sanno parlare».
Il fratello Junk mi
disse che era Dio che parlava e mi diceva ciò che voleva,
senza che chi parlava conoscesse quel che stava dicendo.
Gli chiesi
chi erano le altre persone che avevano parlato in
ebraico ed espressi il desiderio di parlare con
loro.
Il fratello Junk chiamò quella
donna e le disse di sedersi al mio fianco.
Immediatamente lo Spirito del
Signore fu sopra loro e cominciarono tutti a parlare in
ebraico, esortandomi a dare il cuore al Signore e ad
accettare la salvezza.
Questa improvvisa "esplosione"
mi fece trasalire.
Essi
tutti mi esortarono ad inginocchiarmi e a pregare,
parlando tutti in ebraico e non conoscendo una
parola di ciò che dicevano.
Caddero
sulle ginocchia e cominciarono tutti a pregare in
ebraico.
Allora anchio
caddi in ginocchio e cominciai a pregare nella stessa
lingua chiedendo con lacrime misericordia a Dio.
Questo
durò per unora.
Gridavo così forte che mi sentivano ad una grande
distanza. Mi convertii a Dio ed oggi sono un cristiano
felice.
Da «With signs following» di Stanley
H. Frodsham (18821969)
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